Approfondimenti

  • Non è affatto scontato che un uomo sappia ragionare con la propria testa, che abbia idee proprie, ossia pensieri anche comuni alla partenza, che poi però si articolino sinergicamente tra loro in modo tale da arrivare a una destinazione non ancora esplorata e tracciata su alcuna mappa, idee quindi di cui se ne abbia la paternità o la maternità e che non siano scritte e depositate in alcun luogo, idee che però acquisiscono interesse e valore solo qualora offrano un’interpretazione, una visione diversa a patto che prima o poi per qualcuno essa risulti definita, credibile e di conseguenza abbia la forza di far cambiare orientamento a chi, meglio se con spirito di gratitudine, saprà farla sua. Ebbene noi abbiamo trovato qualcosa. Si tratta di un piccolo insieme di domande, una decina in tutto, quel genere di quesiti che possono permettere a chiunque di mettersi alla prova, di verificare sia la propria libertà intellettuale, sia quello spessore intellettuale che divide la propria profondità dalla propria levatura. Se si ritiene di essere un vero pensatore, queste sono le domande che possono permettere di dimostrarlo oppure di smettere di raccontarsela.
  • In ogni aspetto dell’esistenza, collaborazione e competizione sono entrambe attitudini indispensabili. Ogni uomo ha bisogno di conoscere le migliori prestazioni altrui per conoscere meglio sé stesso e il mondo. Ad esempio solo dopo aver sperimentato la corsa su più distanze e conosciuto sia i dati relativi alle proprie prestazioni, sia i migliori tempi stabiliti da altri per ciascuna specialità, si può sapere se il proprio fisico è predisposto alla corsa, si può sapere quale distanza (dai 100 ai 42000 metri della maratona), sia più adatta a sé, si può sapere quale sia il proprio reale livello e quindi a quel punto ci si può ben collocare, ben classificare. Ebbene anche per arrivare a conoscere la qualità del proprio pensare, per poter giudicare la propria capacità di ragionare nonché il proprio grado di libertà intellettuale, occorre mettersi alla prova ossia cercare di superare qualche difficoltà, e quella di provare a rispondere a delle particolari domande riguardanti più campi del sapere che non siano domande specialistiche o per addetti ai lavori, è senz’altro una strada che porterà a risultati significativi, sempre che siano tante le persone a cimentarsi e a patto che poi si venga messi a conoscenza delle migliori risposte per ciascuna di quelle domande. È quindi solo dopo aver provato a rispondere e aver poi compreso il senso delle migliori risposte, che si avrà verificato quanta distanza vi sia tra sé e chi sa ben ragionare.
  • Noi abbiamo bisogno degli altri. Abbiamo bisogno di persone che all’occorrenza abbiano piena fiducia in noi e ci diano retta, per le quali valga la pena provare a essere un buon punto, mobile ma sicuro, di riferimento, così come abbiamo bisogno di persone di cui aver piena fiducia e alle quali dar retta, indipendentemente dal fatto che si siano meritati di essere assunti o eretti a nostro punto di riferimento. E in effetti ciò che sorprende nella nostra storia, quella dell’umanità come anche quella di ognuno di noi, è che tutti i nostri tanti capi, le nostre tante guide, i nostri tanti maestri, sia quelli che noi stessi abbiamo deciso che dovevano esserlo, sia quelli che hanno assunto tale ruolo perché altri lo hanno deciso, insomma, tutti quelli che in qualche modo e misura hanno finito con l’accompagnare e indirizzare la nostra esistenza, sebbene siano senz’altro tutte persone speciali, è probabile che pochissime di loro siano annoverabili nella categoria dei veri “pensatori”.
  • Il vero pensatore trova risposte a domande che pochi si sono posti, risposte che non necessariamente corrispondono a soluzioni pratiche, ma che per loro natura tendono a mettere in evidenza l’essenza dell’argomento, della questione trattata. Questo significa che si tratta di risposte tendenti a offrire le basi, le nozioni elementari sulle quali poter iniziare a ragionare affinché tutti possano arrivare a una maggiore comprensione dell’argomento ossia ad avere una visione d’insieme e distinta dei principali aspetti che lo riguardano, inevitabilmente diversa dal pensiero corrente e che in aggiunta a esso, aumenta le probabilità di pervenire all’obbiettivo più importante: la risoluzione di qualche situazione conflittuale (teorica o pratica che sia), attraverso una sintesi intesa come integrazione armonica. Il livello profondo ma elementare delle indagini tipiche di un pensatore, e per elementari si intende che potrebbero essere riportate e dibattute nelle fasi preliminari dell’apprendimento della materia oggetto dell’indagine, fa si che queste possano compiersi senza che sia necessario un livello di cultura elevato.
  • The GreaTest Thinker in the World 2020, è la prima edizione de “il più grande pensatore del mondo” e al momento, salvo novità impreviste, forse nemmeno in caso di successo di tale iniziativa, si prevede una seconda edizione. I motivi sono tanti tra i quali la difficoltà di trovare il pacchetto di domande giuste, quello che faccia emergere la portanza del quinto elemento, ossia l’elemento centrale, quello in cui confluiscono e agiscono in modo probabilmente sinergico gli altri quattro che sono la memoria e la cultura da un lato, la volontà e l’intelligenza dall’altro. Avere accumulato informazioni (esperienze sensoriali, sperimentazioni pratiche, lezioni e riflessioni varie) e poi non avere la memoria di trattenerle, può essere inutile come avere intelligenza ma non anche la disponibilità e la capacità di concentrarsi per usarla al meglio (un po’ come quando si è stanchi e il cervello sembra quasi scollegato). Sia chiaro che è possibile non eccellere in nessuna di queste doti ed essere comunque un vero pensatore, che in linea generale la si può considerare una figura assimilabile a quella del filosofo a tutto campo, come lo erano i pensatori dell’antichità, quelli definiti semplicemente “filosofi”, gli amanti della conoscenza, nutriti più che da ogni altra cosa dal senso della meraviglia che essi sperimentano anche attraverso la più piccola delle loro scoperte.
  • Per questa prima occasione abbiamo proposte solo 10 domande e siccome non si dovrà rispondere mettendo una semplice crocetta ma spiegando, almeno a grandi linee, il perché della risposta data, ossia le ragioni che ne starebbero alle fondamenta, chi venisse presto messo a conoscenza di questa iniziativa, si ritroverebbe a poter usufruire di ben quattro mesi per poter rispondere in tutta tranquillità, usando tutti i mezzi a propria disposizione. In effetti quella che vi proponiamo è una competizione del tutto diversa da quelle viste finora anche perché, come accennato nel messaggio di presentazione, in questa non è pensabile possa riuscire a primeggiare qualcuno che abbia accumulato una gran quantità di esperienze culturali, anche nel caso fossero tutte disponibili per via di un’elevata capacità mnemonica e tutte ottimamente elaborabili grazie a un quoziente intellettivo elevato e quindi a una buona capacità logica, ma non abbia acquisito una cultura, una conoscenza che non sia essenzialmente originata da una curiosità e da un’intelligenza creativa fuori dall’ordinario. Ecco perché anche chi fosse riuscito a frequentare con successo l’università Statunitense di Boston, che sia Harvard o il Massachusetts Institute of Technology oppure l’università di Stanford, riconosciute pressoché all’unanimità dallo stesso mondo accademico come i tre migliori istituti di alta formazione nel mondo, non avrebbe maggiori probabilità di vincerla questa competizione, rispetto a chi non avesse frequentato alcuna università e nemmeno la scuola quinquennale che la precede.
  • Abbiamo voluto ribadire questo concetto perché a questo punto si potesse arrivare alla domanda fondamentale che è la seguente: se nemmeno un professore potrebbe essere sicuro di saper rispondere a tutte queste domande, significa che le risposte non contengono informazioni essenziali ossia non contengono informazioni che dovrebbero essere insegnate nelle Scuole? Ebbene la risposta è no. Tutte le risposte esatte a tali domande, inevitabilmente includono informazioni importanti a tal punto che dovrebbero sicuramente rientrare nel programma scolastico di qualsiasi Scuola che preceda quella Universitaria, in quanto si tratta di informazioni che permettono allo studente di comprendere più facilmente una materia e quindi di appassionarsi più facilmente ad essa, ossia di trarre maggior gusto e profitto dalla formazione scolastica. Questo significa che l’eventuale partecipazione al concorso di menti particolarmente profonde e vivaci, finirebbe per avere in ogni caso ripercussioni sul mondo della Scuola e dell’insegnamento scolastico o almeno sulla parte più importante di esso, quella che concerne ciò che avviene durante l’ora di lezione, la quale verrebbe ben nutrita dagli svariati, nuovi e interessanti spunti di riflessione.
  • Qualche ulteriore precisazione, questa volta sulle dieci domande che si è deciso di proporre, poiché ormai si sarà capito che sono soprattutto quelle precise domande a distinguere questo concorso rendendolo un’ineguagliabile novità, quasi antitetica ai test finora usati per stabilire il quoziente intellettivo di un individuo, nei quali in genere bisogna saper rispondere entro un minuto e già messi in seria discussione dopo la scoperta delle intelligenze multiple (e relative memorie multiple). Le domande non potrebbero che riguardare vari argomenti di vari campi del sapere e per questo concorso non abbiamo trovato alternative alla scelta dei seguenti cinque ambiti disciplinari: Matematica, Storia, Geografia, Educazione Civica, Biologia. Le domande tendono ognuna ad avere le seguenti caratteristiche:
  1. non è possibile riuscire a rispondere ad esse senza avere una cultura di base generale, ma non è necessario essere degli addetti ai lavori rispetto al tema della questione posta.
  2. non è possibile riuscire a rispondere a tali domande senza avere un’intelligenza creativa ossia come più volte accennato, non basterebbe alcun livello di istruzione a rispondere e non sarebbe possibile trovare le risposte giuste nemmeno se si avesse un PC collegato a internet per fare ricerche a piacere. Per questo viene data la possibilità di effettuare questo test da casa e parecchio tempo a disposizione per rispondere.
  3. per ogni domanda esistono più risposte giuste, ed alla commissione esaminatrice spetta il compito di capire e decidere se la risposta di un concorrente è più adeguata e completa di quella di un altro o addirittura di quella prevista dalla commissione stessa, ossia le riposte che potrebbero essere decretate come le più giuste, se prodotte da una mente geniale, potrebbero essere anche ben diverse e migliori di quelle che hanno determinato la scelta delle domande.
  4. qualsiasi risposta giusta rappresenta un punto di vista alternativo su una particolare questione, quindi ogni risposta alla fine fornisce chiare indicazioni o almeno interessanti spunti di riflessione, cosa che non avviene nei comuni test.
  • Per riuscire a dare maggiore completezza alle risposte fornite dal vincitore, sarebbe di grande aiuto che chiunque ritenesse che i concetti contenuti nelle sue risposte (anche solo in una di esse), siano stati pubblicati ed espressi meglio (ossia formulati in modo più preciso ed esaustivo) da altri autori in precedenza, ci contattasse: nel sito troverà un modulo da compilare, nel quale potrà inserire il nome dell’autore e il titolo dell’opera o almeno le informazioni attraverso cui poter risalire senza troppa difficoltà a entrambi. Una volta verificata la sua informazione, verrà reso visibile a tutti il collegamento di riferimento a tale opera, per la gioia di coloro che sentissero il bisogno di approfondire.